Massimo Carraro Rete Cowo

Coworking e Multinazionali nella stessa frase?

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[Dalla newsletter personale del nostro fondatore]

“Chiariamoci un momento le idee, ancora una volta su ciò che rende il Coworking tale, in rapporto ad altre forme di condivisione spazi, quali possono essere i Business Center o i flex office, settori di attività in cui sono spesso protagoniste grandi aziende Multinazionali.”

Il Coworking è una strana bestia.

È nato in mezzo ai nerd della Silicon Valley, ha trovato una sua visibilità attraverso il Web in epoca pre-social network, per poi affermarsi un po’ ovunque, in forme… talvolta fantasiose.

Mi capita infatti, a volte, di sentir citare il Coworking in circostanze inaspettate.

Tipo: “qui si lavora in Coworking”, mentre attraversiamo un banale open space aziendale.

Oppure “siamo uno studio associato in Coworking”, visitando un normale studio di architetti… e così via.

Questo per dire che – anche se forse il Coworking è oggi relativamente conosciuto – il significato dietro questa parola continua ad essere poco chiaro.

C’è poco da stupirsi!

In fondo, questo dimostra che il “concetto Coworking” si va diffondendo e, come sempre accade quando qualcosa di nuovo diventa di vasto dominio, anche le sue interpretazioni e declinazioni si moltiplicano.

Quell’idea iniziale, così descritta da Wikipedia (sì sì, lo so che ora va più di moda ChatGPT)

Coworking = raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto

…ha fatto molta strada.

Così tanta, che ha un certo punto ha preso un bivio non proprio coerente, che l’ha fatta secondo me un po’ sbandare.

La strada delle Multinazionali.


Un bel giorno alzi la testa, e ti ritrovi in mezzo a Multinazionali che fanno Coworking (proprio come te che hai 120 mq)

Chi tra noi era attivo in ambito Coworking ai suoi esordi in Italia (noi di Cowo® abbiamo iniziato nel 2008) ha visto progressivamente entrare in scena, dopo i piccoli spazi, i progetti indipendenti, le realtà importanti nate a Milano e a Torino… anche le multinazionali quotate in borsa (o wannabe quotate in borsa).

Ci siamo detti:

Vuoi vedere che quella società di flex office con 4 miliardi di dollari di fatturato, 120 sedi e 9mila dipendenti in tutto il mondo ha deciso di mettere la community prima del profitto, così come spiega sempre Wikipedia?

Il Coworking prevede pratiche di gestione più vicine a quella di una cooperativa, tra cui la focalizzazione sulla comunità, piuttosto che sul profitto

Un punto, questo della community prima del profitto, che conosciamo bene, per averlo incluso nel nostro Manifesto, fin dal 2011.


Perché è difficile tenere “Coworking” e “Multinazionale” nella stessa frase

È presto detto: per motivi di soldi.

Chiariamoci un momento le idee, ancora una volta, su ciò che rende il Coworking tale, in rapporto ad altre forme di condivisione spazi, quali possono essere i Business Center o i flex office, settori di attività che vedono protagonisti, spesso, aziende multinazionali.

Il Coworking (nato nei primi anni 2000) si distingue dal Business Center (nato negli anni ’90)…

…non per il colore dei muri

…non per essere popolato da gente senza cravatta

…non per quel che è scritto sulla porta o sul sito web

…non per il prezzo dei servizi

…non per l’organizzazione di eventi

Il Coworking è Coworking per un unico fattore: la possibilità di entrare in contatto con altri professionisti o aziende, presenti insieme a te nei suoi spazi.

E qui veniamo al dunque, perché questa cosa della community, della relazione… COSTA.

Non per niente, costruire una community è un’operazione che difficilmente riesce in un ambito dove ciò che conta è prevalentemente, per non dire unicamente, il profitto.


Le Multinazionali non sono diventate Multinazionali costruendo community

Lo sono diventate massimizzando i profitti.

Se uno spazio professionale condiviso lavora massimizzando i profitti, è ben difficile che si creino le condizioni perché si crei e si sviluppi una community professionale tale da identificare quello spazio come un Coworking – così come lo intendiamo noi (e Wikipedia).

Per mille motivi.

  • Andare incontro alle esigenze delle persone ≠ Multinazionale
  • Offrire tariffe sostenibili, dal costo/beneficio realmente valido ≠ Multinazionale
  • Gestire TUTTI gli spazi in modo da garantire comfort professionale alla community ≠ Multinazionale
  • Comprendere come cambia mood di una community ≠ Multinazionale
  • Saper guardare oltre il profitto immediato ≠ Multinazionale
  • Privilegiare il rapporto umano e professionale sul tornaconto economico ≠ Multinazionale
  • Modulare il servizio sulle esigenze degli utenti ≠ Multinazionale
  • Conoscere direttamente ogni persona e ogni azienda per favorire il netowrking ≠ Multinazionale
  • Accogliere i nuovi utilizzatori tenendo presente le sinergie che si possono creare ≠ Multinazionale
  • Dare continuità alla gestione, facendo crescere i community manager ≠ Multinazionale

Quindi Multinazionale = Evitare?

Non necessariamente.


E allora, quand’è che la Multinazionale degli uffici flessibili può essere la scelta giusta?

Prima di tutto, lo è…

se anche tu sei una Multinazionale

In questo caso è molto probabile che le logiche, le abitudini e le caratteristiche della tua organizzazione siano più adatte a uno spazio business-oriented che a uno community-oriented.

C’è poi anche l’aspetto dell’internazionalità: se hai bisogno di spazi professionali in tutto il mondo, quasi certamente sarà la Multinazionale la tua scelta (salvo poi scoprire che i team di lavoro locali preferiscono un Coworking di quartiere, ma questa è un’altra storia).

Infine, va detto che gli indirizzi più prestigiosi, le sedi più glamorous, gli uffici più appariscenti delle metropoli difficilmente sono in mano a progetti di Coworking indipendenti, che puntano sul networking.

In quelle situazioni in cui sia forte l’esigenza di “mostrarsi importanti” attraverso una sede in un palazzo prestigioso, la scelta cadrà inevitabilmente sul più posh dei flexible offices della città.

Al di fuori di questi casi, io non ho dubbi.

Circa 17 anni dopo la mia prima giornata di Coworking, con una infinita serie di collaborazioni, progetti comuni, scoperte professionali ed umane alle spalle, ho la sensazione che chiunque metta Coworking e Multinazionali nella stessa frase, un po’ si sbagli.

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Alla prossima newsletter, e grazie di avermi letto.

Buon Coworking e buona fortuna 🍀

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