Vi chiedete anche voi quale sarà il futuro dei Coworking, grandi e piccoli? Beh, non chiedetelo a ChatGPT.

[Dalla newsletter personale del nostro fondatore]
Non occorre che vi scomodiate a chiedere all’intelligenza artificiale come sarà il futuro del nostro settore… l’ho già fatto io! 😇
Per questo vi dico di non farlo: la sintesi di questa attività la trovate comodamente nelle prossime righe e – se da un lato molto di quello che ha da dirci già lo sappiamo – non vanno disdegnati alcuni spunti di riflessione nati da questo confronto Max-AI.
Per esempio, per tutti coloro che non si sentono mai tranquilli sull’evoluzione del proprio lavoro, ho chiesto:
Andrà bene o andrà male, il Coworking nei prossimi anni?
Qui mi è arrivata la più umana delle risposte, alla faccia dell’AI: dipende 😂
Approfondendo un po’ il tema, viene fuori che l’evoluzione del Coworking potrebbe essere positiva…
“…se gli operatori del settore sapranno adattarsi alle sfide e sfruttare le opportunità emergenti.”
Ma davvero?
Dai, puoi fare di meglio!
Invece, lo scenario potrebbe volgere al negativo se chi fa Coworking…
“…non avrà la capacità di innovare, mantenere la qualità e costruire comunità solide”.
Anche qui, direi che più banale di così non si poteva… tranne che per una cosa: “costruire comunità solide”.
Ma di certo non è questa, per noi di Rete Cowo®, una novità.
Tornando alla “previsioni”, sappiamo tutti che le trame tragiche sono più avvincenti di quelle rosee, quindi ho insistito:
Quali sono i peggiori errori che può commettere chi gestisce un Coworking nei prossimi 5 anni?
Ecco cosa mi ha detto il bot sulle cavolate con cui potremmo farci del male da soli:
- Non personalizzare i servizi
- Ignorare le nicchie di utilizzatori
- Investire troppo poco in tecnologia
- Sottovalutare la sensibilità all’ambiente
- Fissare prezzi eccessivi o poco chiari
- Rimanere rigidi nel modello di business
- Ignorare le tendenze del mercato
Bene, direi che siamo allineati, o meglio: l’intelligenza artificiale conferma quello che la nostra intelligenza naturale ci ha già suggerito da tempo…
Vediamo un po’, punto per punto:
- Personalizzazione dei servizi: chi lavora con me sa quanto insista sul segmentare l’offerta
- Per le nicchie di utilizzatori, Rete Cowo® divulga gli spazi di Coworking nella direzione di non meno 21 nicchie: tante infatti sono le piattaforme settoriali rivolte a target specifici (per capirci: CoworkingPerAziende.it, CoworkingLiberiProfessionisti.it eccetera – qui le trovate tutte)
- Investire in tecnologia è un mantra, per noi, specie in ambito information technology
- Ambiente ed ecosostenibilità: abbiamo appena lanciato il progetto GreenCoworking.it
- Sui prezzi, alzi la mano chi non mi ha mai sentito dire che le tariffe vanno curate stra-bene, e vanno pubblicate in modo trasparente e chiaro
- Modelli di business rigidi? Qui non sappiamo cosa siano
- Le tendenze di mercato sono tra le nostre principali ossessioni
Siamo quindi a posto su tutta la linea?
Mai.
Prendiamo ad esempio il punto forse più strategico di questa lista di possibili errori, il modello di business, e proviamo ad andare più a fondo.
Caro ChatGPT, perché non provi a suggerirci quali sono le direzioni che potrebbe prendere il modello di business del Coworking, in futuro?
La chat del nostro amico robot Generative Pre-trained Tranfsormer (per gli amici GPT) non si fa pregare:
- Spazi di lavoro incentrati sul benessere
- Abbonamenti adattivi e pay-per-use
- Collaborazioni con grandi aziende
- Integrazioni con smart city e infrastrutture urbane
- Espansione dei servizi digitali e virtuali
Ok, spunti interessanti, ma nulla che non ci sia già venuto in mente – ovviamente a seconda dei territori e delle opportunità, ma insomma: ci arriviamo anche noi.
Alziamo la posta: chissà che non ne esca qualcosa di più succoso…
(E poi facciamo un gioco).
Per una posta capace di emozionarci, ho chiesto all’AI due scenari: uno catastrofico, in cui il Coworking come attività economica va in rovina e sparisce, e un altro invece super-positivo, che veda il Coworking come riferimento assoluto dell’organizzazione lavorativa.
Riporto di seguito le risposte di ChatGPT e vi aspetto poi dopo per fare, appunto, un gioco.
Quale può essere lo scenario che rovina completamente e irrimediabilmente il settore del Coworking?
Ecco i fattori dello scenario più pessimista possibile.
- Recessione globale severa e prolungata
- Disastro sanitario prolungato
- Innovazioni tecnologiche disruptive (realtà aumentata/virtuale che si impone nelle dinamiche lavorative)
- Aumento drastico delle normative
- Ritorno massivo alla cultura tradizionale dell’ufficio fisico
Brutto abbastanza?
Direi che non c’è male. Ma – a parte l’ultimo punto, che incombe un po’ più da vicino degli altri – secondo me ce la caviamo.
Ora svegliamoci dall’incubo e infiliamo gli occhiali rosa.
Ora descrivi la situazione economico-sociale più ottimista possibile, in cui il Coworking diventa protagonista di qualsiasi organizzazione lavorativa.
Il Coworking potrebbe evolversi fino a diventare il principale modo di organizzare il lavoro in presenza di elementi come quelli che seguono.
- Il lavoro ibrido e flessibile diventa la norma
- La cultura aziendale si orienta alla decentralizzazione
- Crescita dell’imprenditorialità
- Attitudine più sostenibile e collaborativa nel lavoro
- Lavoro non solo come “funzione” ma anche come “esperienza”
Dico solo una cosa, sull’ultimo punto: i giovani vivono il lavoro al 99% come esperienza…
Se parliamo di futuro penso che la sensibilità della nuova generazione conti abbastanza.
E il gioco? Eccolo.
Il gioco che vi propongo è immaginare dove state voi (ed eventualmente il vostro Coworking) nel segmento tra queste due realtà evidentemente estreme.
E non solo: chiediamoci cosa stiamo facendo per far accadere le buone cose contenute nella seconda lista, ed invece come agiamo – nel lavoro di tutti i giorni – per non dare spazio ai fattori negativi della lista “infernale”.
So bene che nessuno di noi ha potere di incidere sui megaeventi, ma so altrettanto bene che la vita lavorativa di ognuno di noi – e dei nostri spazi di Coworking – dipende anche molto dai microeventi, dalle piccole scelte, da quelle cose di ogni giorno che ci sembrano piccole, ma che piccole poi non sono.
Io personalmente ci penso spesso, un po’ come suggerì Italo Calvino (altro che ChatGPT):
Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio
Con buona pace dell’intelligenza artificiale – che comunque ha da dirci molte cose – la nostra intelligenza naturale di operatori di un settore innovativo e collaborativo si può e si deve applicare nella vita lavorativa di ogni giorno, per creare quelle condizioni che in futuro ci premieranno sempre più.
Io so per certo che funziona: se oggi il Coworking è un fenomeno rilevante in Italia (e il Network che ho fondato ne è a sua volta parte rilevante) è appunto perché ha funzionato finora.
E se ha funzionato per 17 anni, cioè da quando ho fondato Rete Cowo®, direi che ci sono delle buone basi su cui continuare a costruire.

Alla prossima newsletter, e grazie di avermi letto.
Buon Coworking e buona fortuna 🍀
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CowoMax, la newsletter di Massimo Carraro, fondatore di Rete Cowo®, viene pubblicata un paio di volte al mese su LinkedIn: iscriviti qui.