Massimo Carraro Rete Cowo

Perché le offerte speciali con il Coworking non servono.

[Dalla newsletter personale del fondatore di Rete Cowo®, Massimo Carraro]

In tanti anni di Coworking, una cosa l’ho imparata bene: il Coworking non si sceglie per uno sconto.

Non funziona così.

E se ci pensiamo un attimo, è evidente.

Quando una persona — un professionista, un’azienda, un team — decide di lavorare in uno spazio di Coworking, non sta comprando un prodotto.

Sta facendo una scelta che riguarda la propria quotidianità, le proprie relazioni, il modo in cui vive il lavoro.

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È una decisione che tocca il 100% della giornata lavorativa.

Dove entro la mattina.

Chi incontro.

Dove faccio una call delicata.

È una decisione che ha a che fare con fiducia, identità, atmosfera, energia. Non certo con un 10% di sconto.


Il Coworking non è un frigorifero in offerta

Ogni tanto vedo spazi che promuovono “3×2”, “prima settimana gratis”, “sconto se porti un amico”.

Attenzione: non è che non capisca la logica promozionale — gestisco anche io, in prima persona, uno spazio Coworking, e so quanto è difficile a volte muoversi in questo mercato, sempre più competitivo… il fatto è che la promozione non c’entra nulla con il Coworking.

È come se un ristorante convincesse i clienti dicendo: “Il nostro menù degustazione oggi costa meno, dai vieni!”.

Funziona? Forse sì, per qualche tavolo in più.

Ma un ristorante non lo scegli per il prezzo del giorno, lo scegli perché ti piace stare lì. Per come ti accolgono. Per ciò che senti. E soprattutto: PER COME SI MANGIA.

Il Coworking è un po’ la stessa cosa, solo applicata al mondo del lavoro e moltiplicata per tutti i giorni dell’anno.


Le persone non cercano uno sconto. Cercano un posto dove stare bene.

Quando parlo con chi si affaccia al Coworking per la prima volta, lo vedo subito: nessuno mi chiede “avete una promo?”.

La domanda vera è sempre: come si lavora qui?

Ecco il punto. Il Coworking è un ambiente, non un articolo in vendita.

Le persone vogliono capire se quello spazio diventerà il loro mondo. Se potranno lavorare bene, se si sentiranno accolti, se troveranno professionisti con cui scambiare due parole o magari creare collaborazioni.

Se lo spazio avrà un’energia che li aiuterà a far andare avanti le cose.

Non esiste nessuno, davvero nessuno, che decida dove passare otto ore al giorno perché ha ricevuto un coupon.

(Anzi, forse sì, esiste: è quel soggetto che passa da un Coworking all’altro utilizzando sempre e solo promozioni, possibilmente gratuite. Mi rimetto il cappello del gestore per sconsigliarvelo vivamente).


La relazione batte il prezzo (sempre).

Gli spazi che crescono non sono quelli che “catturano” clienti con un’offerta.

Sono quelli che creano relazioni solide, che fanno sentire le persone parte di qualcosa.

E questa non è teoria. È quello che vedo da 17 anni ogni giorno, gestendo spazi in tutta Italia e parlando costantemente con chi li vive.

Quando un coworker entra in un Cowo®, non entra per un mese gratis.

Entra perché percepisce un certo modo di stare insieme: professionale, rispettoso, semplice, umano.

E perché capisce che quel posto può diventare un pezzo importante della sua vita lavorativa.


Il valore c’è già. Bisogna farlo vedere, non scontarlo.

Quindi, potremmo chiederci, che cos’è che porta nuovi coworker a uno spazio?

Non è un prezzo barrato: un Coworking di valore non ha bisogno di promozioni (che comunque, appunto, nella mia esperienza non funzionano).

Nuovi coworker si attraggono raccontando la propria identità in modo chiaro e trasparente, evidenziando i propri punti di forza, le persone che lo abitano, la cultura che lo anima.

Vogliamo sintetizzare?

La domanda giusta non è: “Che offerta posso fare?” ma “Che valore reale offre il mio Coworking, ogni stramaledetto giorno?”

Buon Coworking e buona fortuna 🍀

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