Il Coworking come (seconda) fonte di reddito.

[Dalla newsletter personale del nostro fondatore]
Quando ho iniziato ad occuparmi di Coworking, nel 2008, avevo un’agenzia di pubblicità.
Il mondo della comunicazione, così come quello dell’informatica ed altri, cominciava già in quegli anni ad organizzarsi in quella modalità che – una pandemia dopo – avremmo tutti chiamato “smart working”.
Per questo motivo, volendo agevolare dei collaboratori che si facevano 1-2 ore di treno al giorno per raggiungere i nostri uffici, iniziammo a lavorare da remoto.
Morale: scrivanie vuote, metri quadri senza più senso.
Fu allora che qualcuno con esperienze estere mi diede l’idea del Coworking, attività sconosciuta in Italia.
Approfondendo, scoprii che poteva fare al caso nostro.
La mia socia ed io, infatti, eravamo alla ricerca di una soluzione che:
- ci desse un riscontro economico
- ci permettesse di entrare in contatto con persone di percorsi professionali diversi
Iniziammo quindi questo nuovo lavoro, affiancandolo al nostro di pubblicitari.
Monkey Business (la nostra agenzia) diventò anche un Coworking di nome Cowo®.
Come si vede: due attività, due lavori, due fonti di reddito.
Da allora è iniziato un percorso che oggi ci vede fondatori di un Coworking Network importante, presente in tutta Italia, con 17 anni di Coworking in prima linea, ogni santo giorno.
Cos’abbiamo imparato e portato avanti, in questi 17 anni?
Tante cose, ma una, in particolare, fu un’intuizione del primo istante che non abbiamo mai lasciato.
Per stare in piedi, il Coworking ha bisogno di due gambe: una economica e una di relazione.
(Chi mi conosce, di certo mi ha sentito ripetere questa frase).
La considerazione, come si vede, riflette una visione di questo lavoro che mette sullo stesso piano il guadagno e il networking.
Entrambe le cose sono di fondamentale importanza (senza una di loro non è Coworking, secondo me), ed entrambe necessitano di grande attenzione.
Oggi parliamo della “gamba economica”.
Guadagnare con il Coworking? Non tutti pensano sia possibile. Noi invece…
Come si può immaginare, essendo io coinvolto al 1000% in ambito Coworking, cerco di documentarmi più possibile su tutti i suoi aspetti.
L’aspetto economico, in particolare, è sempre al centro della mia attenzione, non solo perché mi riguarda in prima persona, ma soprattutto perché mi trovo spesso a fare consulenze sul Coworking.
Consigliare le persone se fare o non fare il Coworking, fondamentalmente.
Ecco che qui l’aspetto economico, ovviamente, gioca un ruolo speciale, direi protagonista.
Chi sta ragionando se lanciarsi o meno nell’apertura di un Coworking vuole soprattutto sapere se la parte economica del suo progetto sta in piedi, al di là di tutto.
Senz’acqua in piscina è ben difficile nuotare…
Noto, a questo proposito, che gli studi e gli approfondimenti che mi capita di leggere portano un sacco di dati a favore di due tesi, principalmente:
a) Una parte siginficativa di Coworking non riesce a guadagnare
b) Per guadagnare con il Coworking è necessario avere spazi enormi e progetti importanti
Non mi sento di dissentire: rispetto le opinioni di tutti.
Però, quel che posso fare – anzi, che devo fare – è raccontare un punto di vista diverso, che è poi quello con cui Rete Cowo® ha sviluppato il Network che conosciamo (solo per questo mi permetto di rubare qualche minuto di attenzione: perché quello che scrivo, prima l’ho fatto, e non poche volte).
Così come ci ha insegnato la nostra esperienza personale – aprendo nel 2008 il primo Coworking italiano nell’agenzia Monkey Business – quel che siamo andati proponendo e via via realizzando non è stato né più né meno che… la stessa cosa.
Mi riferisco al fatto di portare avanti il Coworking insieme a un’altra attività, pre-esistente e già avviata.
Questo per un motivo fondamentalmente economico.
Ragionando con il buon senso di chi è abituato a pagarsi lo stipendio da solo, come già nel 2008 facevamo da una dozzina d’anni, la mia socia ed io decidemmo che il Coworking non avrebbe sopportato alcun costo fisso, bensì sarebbe stata l’agenzia a “incubarlo”, a farlo nascere in leggerezza, senza gravarlo in alcun modo.
Naturalmente questo è stato possibile anche per il fatto che l’arredo era già presente, perciò possiamo dire che l’attività del primo Cowo® italiano è nata praticamente a costo zero, tolto il fee dell’avvocato contrattualista.
Senza sapere a priori l’esito economico del Coworking, scegliemmo di non gravarlo di costi, e stare a vedere.
Da quel tempo abbiamo fatto molta strada, ma una cosa l’abbiamo capita abbastanza in fretta e non ce la siamo mai dimenticata.
Una corretta aspettativa di guadagno in ambito Coworking si concretizza più facilmente laddove un’attività di riferimento permette di assorbire parte dei costi fissi.
Non ho scritto “tutti i costi fissi” perché – a questo punto, con 17 anni di esperienza – qualche idea sulla corretta redditività del Coworking ce la siamo fatta, costi compresi, e lavoriamo con i nostri bravi Business Plan su 3 anni.
Questo non significa che abbiamo cambiato focus, no.
Continuiamo a suggerire di ripartire equamente i costi fissi con un’attività già esistente, ovviamente negli stessi locali dove si sviluppa il Coworking.
Perché guadagnare con il Coworking è importante: senza la dimensione economica non si va avanti.
Ritengo il Coworking fatto come si deve una delle esperienze più interessanti e stimolanti tra quelle che si possono avere sul lavoro, e mi pare che il continuo diffondersi di questa opzione lavorativa non faccia che confermarlo.
Ma sarebbe superficiale e velleitario pretendere tutto questo da qualcosa che non ha vero senso economico.
Al tempo stesso, la solidità economica di un progetto di Coworking nato dal basso (tralasciamo i progetti faraonici da parte di società quotate in borsa) non si raggiunge immediatamente.
Come lo troviamo, quindi, quel senso economico così necessario?
Lo possiamo trovare così come stiamo facendo in tanti, in Rete Cowo®, da tanti anni: calibrando consapevolmente costi e ricavi in una situazione che coinvolge due soggetti: l’attività pre-esistente ed il Coworking.

Alla prossima newsletter, e grazie di avermi letto.
Buon Coworking e buona fortuna 🍀
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